Le fiaccole di Abbadia
Le fiaccole di Abbadia
Riti del fuoco nell'Amiata
Riti legati al fuoco sono comuni a tutte le culture e traggono origine da antiche usanze pagane.
Il fuoco è d’altronde da sempre associato alla vita, all’energia che mette in moto il mondo, “sebbene sia l’unico elemento nel quale nulla possa vivere”. Non stupisce perciò che in alcuni momenti importanti dell’anno, si accendessero dei falò.
I Celti, ad esempio, celebravano le date più importanti del loro calendario, il 01 Maggio e il Capodanno, tramite l’accensione di fuochi. Sempre in area germanica precristiana si festeggiava la festa del solstizio d’inverno, tra il 19 e il 23 dicembre, chiamata Yule. In questo caso, i fuochi servivano per ridare vigore al sole, in un momento in cui la durata del giorno cominciava ad allungarsi, dopo le giornate di sole più corte dell’anno.
Nel senese c’è una piccola cittadina dove il rito del fuoco è ancora molto sentito. Si tratta di Abbadia San Salvatore , ai piedi di una montagna nata proprio dal fuoco: l’Amiata, antico vulcano ormai spento.
Qui, la notte del 24 dicembre, tutto il paese si accende di “fiaccole“ o “fiaccule” (se le volete chiamare in badengo, il dialetto di Abbadia 🙂 ) tipiche cataste di legna a forma piramidale, alte al massimo 7 metri.
La preparazione è delicata e comincia già in autunno con la scelta dei tronchi da utilizzare. Successivamente, nei primi giorni di Dicembre, questi saranno sovrapposti sapientemente grazie a tecniche segrete tramandate da padre in figlio.
Allestite in tutta Abbadia, le fiaccole verranno però accese solamente dopo la Benedizione del fuoco e l’accensione della grande catasta ubicata davanti al Municipio di Abbadia. Questa prima e maestosa fiaccola sarà la madre di tutte le altre, incendiate a cascata dai capi-fiaccola.
E’ davvero magico ritrovarsi ad aspettare la notte di Natale per le piazze e i vicoli di Abbadia. L’inverno e il freddo vengono tenuti lontani attraverso il fuoco che si rompe in mille pezzi, illuminando la notte.
Il tutto è anche un momento per riscoprire la bellezza delle cose semplici. Passeggiando si può ascoltare un canto di Natale, bere del vin brulè, parlare con gli amici.
Ma soprattutto di può scambiare due parole con la gente del posto, orgogliosa di vivere in una terra cha ha conservato la propria autenticità e ha saputo mantenere viva questa suggestiva tradizione millenaria.
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