Siena
La Cattedrale di Siena e il suo pavimento
La Cattedrale di Siena e il suo pavimento
Bellezza tutta senese
La Cattedrale di Siena, definita da John Ruskin la Chiesa più straordinaria che avesse mai visto in Italia, avrebbe dovuto superare in dimensioni e bellezza quella della rivale Firenze.
A dire il vero il sogno dei senesi si infranse nella metà del XIV secolo con l’arrivo della peste, anche se il risultato finale, notevolmente ridimensionato, è comunque di grande effetto.
Allo stesso modo di Richard Wagner che si commosse fino alle lacrime, rimanere turbati non appena entrati è più che naturale.
L’occhio non sa infatti dove posarsi, tanta è la ricchezza delle decorazioni, delle sculture, delle tele, dei marmi pregiati, delle tavole.
La cosa più singolare è che dovrai prestare attenzione anche a dove metti i piedi, in quanto il pavimento del Duomo di Siena è una delle opere più straordinarie del Rinascimento italiano.
Esso è frutto del lavoro di pazienti maestri scalpellini che seppero tradurre in marmo i disegni dei più autorevoli maestri pittori senesi del tempo.
I riquadri così realizzati con tecniche diverse rappresentano un vero e proprio viaggio verso la salvezza umana attraverso la fede, le virtù e la conoscenza.
La figura che ci introduce verso questo affascinante percorso è Ermete Trismegisto, il quale davanti al portale centrale simboleggia l’inizio della conoscenza terrena.
Dopo di lui, nelle navate laterali, sono raffigurate le dieci Sibille (vergini con capacità profetiche) elementi di passaggio tra il mondo pagano e quello cristiano.
Esse sopravvissero all’avvento del Cristianesimo e furono viste come coloro che avevano predetto la venuta di Gesù Cristo.
In ogni caso, una delle scene più interessanti è senz’altro l’Allegoria del Monte della Sapienza. Datato 1505, il pannello fu realizzato dall’unico artista non senese, Bernardino di Betto Betti, detto il Pinturicchio.
Da esso si ricava un messaggio forte, più che mai attuale: l’invito ad abbandonare i beni materiali per raggiungere una vita serena, al culmine di un percorso segnato da pericoli e difficoltà.
Le scene si fanno più complesse infine nella zona presbiteriale dove sono raffigurate le storie del popolo ebraico, grazie alla mano felice di Domenico Beccafumi.
Il più grande pittore manierista senese perfezionò a tal punto la tecnica da realizzare inediti giochi chiaroscurali, tali da far sembrare le lastre di marmo dei veri e propri dipinti.
Ma le meraviglie non finiscono senz’altro qui, considerando che a lavorare alla decorazione del Duomo vennero chiamati i più grandi scultori del passato.
Il primo fu Donatello, il fiorentino che visse anche per diversi anni a Siena. Padre di tutti gli scultori, Donatello ebbe un effetto “terrremoto” sull’arte, instancabile quale fu nella ricerca di nuove soluzioni artistiche. Suo il Giovanni Battista ad ornare la cappella omonima (destinata a conservare la reliquia del braccio destro del santo) dall’espressività potente.
Michelangelo accettò forse di malavoglia la commissione per l’Altare Piccolomini e le 14 statue che lo dovevano ornare. Tant’è che presto abbandonò tutto per dedicarsi ad uno dei suoi capolavori: il David. Delle quattro statue che riuscì a forgiare, il San Paolo suo primo autoritratto è quella meglio riuscita.
Ma manca ancora un altro grande: Gian Lorenzo Bernini, il massimo protagonista del barocco, che tra il 1661 e il 1663 ci lascia due opere struggenti: San Girolamo e Santa Maria Maddalena.
Ovviamente questo è solo un piccolo compendio su ciò che troverai e per gustarti una visita in tutta tranquillità con spiegazioni mai pesanti, ma accurate, potrai prenotare attraverso la finestra sulla destra!
Ti aspetto per un tuffo nella storia dell’arte!
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